Storie di Fattorie - Torrenuova

  Era il 1860 quando la signora inglese Ibbotson Michahelles, proprietaria di una acciaieria a Sheffield, inviò un suo emissario in Maremma con l’intento di cercare una miniera.

Le venne proposta una miniera sulle colline di Campiglia, già attiva ai tempi degli Etruschi, che dai sondaggi fatti, sembrava essere ancora molto produttiva. Assieme alla miniera la signora Ibbotson acquistò anche una torre di difesa sulla costa, Torre Nuova appartenente al Principato di Lorena: posizione ottimale alla foce della Fossa Calda che univa il lago di Rimigliano al mare, così da poter inviare il metallo in Inghilterra.

L’acquisto si concluse quindi con la miniera, la fortificazione e la casa adiacente dove era insediata la guarnigione di Torre Nuova. La miniera tuttavia dopo poco tempo si esaurì: sembrava infatti che prima che la signora inglese la acquistasse, ci fossero stati scaricati parecchi barrocci di metallo proprio per truffare l’ignara acquirente.
 

 

La delusa signora se ne liberò ma tenne la torre e il lago che in seguito fu bonificato. Della proprietà rimasta la famiglia Ibbotson Michahelles ne fece un’azienda rurale che divenne fattoria in poderi per un’estensione di 260 ettari.

Le generazioni successive intensificarono l’attività rurale facendone una vera e propria missione creativa con il fine di produrre nuovi semi di grani riconosciuti dalle Istituzioni Statali. La trebbiatura dei grani avveniva, anche in tempi recenti, con attrezzi semplici e vecchissimi: una trebbia da montagna, un vaglio a cesta e una selezionatrice.

Da questi semplici attrezzi venivano fuori le famose varietà dei grani Michahelles come Frassinetto 405, Mara, Generoso.
A partire dal 1924 l’attività è durata fino a pochi anni fa’. 

Fonti: Le Fattorie della Val di Cornia – N. Stronchi , C. Cavicchi

Comitato Cultura e Territorio da Baratti al Cornia